Cos'è il Mensa?

Mensa è la parola latina per “tavola”, intesa nel senso di una “tavola rotonda”, intorno alla quale nessuno prevale sugli altri. Il solo requisito richiesto per diventarne membri è l’aver raggiunto o superato il 98° percentile della popolazione in un test d’intelligenza specifico.

L’associazione ha tre fini:

Scoprire e incoraggiare l’intelligenza umana a beneficio dell’umanità
Incoraggiare la ricerca su la natura, le caratteristiche e gli usi dell’intelligenza
Incoraggiare i contatti sociali fra i Soci per mezzo di conferenze, discussioni, pubblicazioni, gruppi di studio, convegni o altri mezzi utili a tali fini

Il Mensa non ha fini politici, ideologici o religiosi, non è affiliato ad altre organizzazioni, non ha alcun fine corporativo né di lucro, né fa discriminazioni. Ad oggi il Mensa è un’associazione internazionale presente in oltre 100 nazioni, con oltre 130.000 aderenti di ogni età e professione. Tra i Presidenti del Mensa c’è stato uno dei più grandi architetti del nostro tempo, Richard Buckminster Fuller, e come Vice Presidente il famoso scienziato e scrittore lsaac Asimov. Il notissimo inventore e costruttore di microcomputer Sir Clive Sinclair è stato Presidente del Mensa britannico. Fra gli altri membri famosi, ricordiamo Donald E. Petersen, ex Presidente della Ford Motor Company, il generale Norman Schwarzkopf, protagonista della guerra del Golfo, l’economista Sir Madsen Pirie, direttore dell’Adam Smith Institute e Presidente del Mensa Scozzese, lo scrittore di gialli Leslie Charteris, creatore di “Simon Templar”, l’attrice Geena Davis.

 

 

Il MENSA è come un ologramma: è un’idea eccitante in cerca di utilizzazione.

 

Durante i 30 anni in cui ho lavorato per costruire il MENSA ho ricevuto decine di migliaia di lettere dai Soci. Non v’era un tema dominante, ma una domanda frequente: “E ora che avete creato il MENSA, che ne farete?”.

 

Abbiamo costruito una vasta organizzazione mondiale; dobbiamo avere una politica? Dobbiamo farne una forza, un gruppo di pressione con scopi ed obiettivi? Se il MENSA per esempio adottasse la politica di abolire esperimenti su animali, in breve avremmo due MENSA: quello dei “diritti dell’animale” e “il resto”. Ma ciò sarebbe in contraddizione con tutto quello che abbiamo fatto sinora; finiremmo con l’avere una proliferazione di società antagoniste basate sul MENSA. È una via possibile, ma non raccomandabile.

 

Il sistema selettivo usato dal MENSA è facilmente etichettato come “elitista”. Ogni tentativo di difendere la classificazione rischia d’essere accusato di fascismo, razzismo, elitismo o mania. Certo, nessuno dovrebbe difendere sistemi di classificazione ingiusti e inappropriati. È ingiusto decidere la nomina di dottori e spazzini sulla base del colore della pelle, perché il colore della pelle è una cattiva guida per decidere chi sia adatto a quelle attività. D’altra parte sarebbe egualmente ingiusto il decidere senza una classificazione. Non c’è nulla di sbagliato nel discriminare in favore della classe di coloro che sono capaci di sollevare cassoni per la spazzatura senza farsi male, oppure nell’altro caso, capaci di superare esami di medicina. Sarebbe altrettanto ingiusto l’insistere nel nominare chirurghi di media abilità, tratti dalle varie classi d’intelligenza, cultura ed abilità in uguali proporzioni, quanto sceglierli sulla base della ricchezza o classe sociale dei loro genitori.

 

Il mio punto di vista, molto semplice, è che non possiamo fare a meno di classificare. Questo è insito nella natura di un vasto e complesso organismo in cui vige la divisione del lavoro e che dipende completamente dal vitale principio della persona più adatta per ogni attività. Esempi di classificazione sbagliata sono quelli basati sullo stato sociale dei genitori, sulla classe sociale, sull’origine etnica, sul sesso (quando la distinzione è inappropriata) sull’età (quando non è rilevante). Ma vi sono scelte che devono essere fatte e per le quali quei fattori non sono irrilevanti. Essere cattolico può essere una ragionevole barriera per chi vuol fare il rabbino; avere capelli neri e pelle scura può diminuire per un attore la possibilità di essere scelto a interpretare la parte di un Vichingo. Estendere l’ostilità alle classificazioni ingiuste al di là dei giusti limiti significa renderla assurda.

 

I membri del MENSA sono scelti non perché abbiano idee in comune, ma per la loro capacità individuale di pensare da sé. Essi sono accettati in base ad un criterio oggettivo: l’abilità a formulare concetti.

 

La società serve i suoi membri in vari modi: è un luogo dove si possono udire discorsi interessanti (che non è cosa da poco), un foro intellettuale dove i membri possono provocare, stimolare, incitare, incoraggiare e correggere i reciproci pensieri, progetti e invenzioni. È un foro internazionale per lo scambio delle idee, un club dove persone interessanti ed affini possono incontrarsi.

 

Inoltre esso ha creato una rete internazionale di relazioni che permette ai soci durante i loro viaggi e le loro vacanze d’incontrare gente d’altri Paesi con cui stringere utili legami. Ma c’è dell’altro. Come ogni altra simile associazione il MENSA può essere un mezzo di contatto interdisciplinare fra esperti in molti progetti che possono essere utili ai partecipanti ed al pubblico in generale.

 

Il MENSA è stato all’origine di un’ignota ma abbondante quantità d’invenzioni, libri, compagnie, istituzioni, schemi, programmi, comunicazioni scientifiche, matrimoni, squadre sportive, circoli, riunioni, celebrazioni che non avrebbero altrimenti avuto luogo.

 

Queste giustificazioni sono abbastanza chiare, ma bastano da sole a giustificare l’esistenza del MENSA? Forse non v’è bisogno d’ulteriori garanzie. Ma forse anche c’è qualcosa di più. Dato quanto esposto, che cosa il MENSA può offrire, oltre ad essere ad una piacevole associazione? Io invito ad avere visioni, a sognare per il MENSA. Ho sempre pensato, per esempio, che quel che sembra la nostra debolezza: la nostra universalità, l’aspetto proteiforme, la mancanza di un comune scopo e obiettivo, potrebbe essere la nostra forza nascosta. E così pure la nostra mancanza di fanatismo.

 

Victor Serebriakoff

 

(17 October 1912 – 1 January 2000 – Presidente del Mensa Internazionale)

 

 

 

 

 

 

 

 

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